Diario immaginario (nota dell'autore)
La scena del Diario Immaginario è la mente dell’attore che ha recitato molte volte la parte del protagonista nel Malato Immaginario di Molière. L’attore ricorda, come in sogno, frammenti di domande, di risposte, di meditazioni, di commenti e di «intermezzi», in una sorta di monologo interiore, anzi di autocommiserazione interiore. L’attore non ha interlocutori: è solo con un continuo di contrabbasso che lo segue come un’ombra. La musica è quella che via via gli viene in mente come se la immaginasse lui. Quella che egli stesso sceglierebbe se fosse il regista per accompagnare la vicenda che tante volte ha interpretato. Una musica che, appunto, lo commisera, lo commenta e ogni tanto lo decanta. Una musica che lo fa piangere e ridere in maniera apparentemente incoerente (soprattutto nell’Intermezzo, dove attore principale e Pulcinella tendono a identificarsi), che ha assorbito qua e là nei films, alla radio, al concerto e all’opera.
Diario Immaginario non è tanto, quindi, un’analisi del personaggio di Molière quanto una cronaca dei pensieri di un attore che irrimediabilmente si porta appresso, come un’ombra, quel gigantesco personaggio.
Luciano Berio
[Note redatte nel 1975 per la vincita al Premio Italia; pubblicate nel programma illustrativo del Prix Italia 1975, Torino, ERI-RAI 1975, s.p.]
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