Paolo Fabbri
Scrive luminosamente Luciano: «chi ascolta deve poter coesistere ad un presente, deve coreografarlo, deve poter danzare con esso». Testo musicale e tempo presente contro ogni «invocazione mistica rivolta al silenzio, inteso come rifugio indisturbato e non raggiungibile dal rumore dei testi». Quindi non di sola memoria ha bisogno il Testo: «il testo, soprattutto il Testo musicale ha bisogno di oblio», per poter accedere alla «idea proliferante ed evolutiva di un Testo musicale che vive comunque intensamente le sue molte vite».
A distanza di un decennio dalla sua scomparsa, queste parole di Luciano (tratte dal suo Testo dei testi, inviatomi nel 1999 per L' Eloquio del Senso, dialoghi semiotici per P. Fabbri) mi restano in mente, come si dice intellettualmente in italiano o sentimentalmente par coeur, come in francese.
Paolo Fabbri