Claudio Abbado
Pensiero per il decennale di Luciano Berio
Ho ricordi molto intensi delle diverse volte in cui ho avuto occasione di eseguire la sua musica e misurarmi con il suo grande talento nelle sale importanti di tutta Europa. Ritorno con la mente a Parigi, nel 1980, con l’Ensemble Intercontemporain, e ancora nel 1985 a Londra, alla Barbican Hall con la London Symphony Orchestra e gli amici Bruno Canino e Antonio Ballista; e poi a Vienna per il Festival Wien Modern e a Ferrara, nel novembre del ’90, con la Chamber Orchestra of Europe. E infine alla Philarmonie di Berlino, nel dicembre 1993, con i Berliner Philarmoniker e il New London Children Choir. Momenti indimenticabili dell’incontro con le musiche di Luciano, con il quale eravamo buoni amici e ci conoscevamo fin dai tempi degli studi al Conservatorio di Milano: lui terminava gli studi di composizione e direzione, mentre io portavo avanti i miei studi di pianoforte, composizione e direzione d’orchestra.
Dopo la guerra, erano gli anni in cui si conoscevano e si eseguivano, anche in prima esecuzione, musiche della Wiener Schule (Arnold Schoenberg, Alban Berg, Anton Webern) insieme alle composizioni di Stravinskij e Bartok.
In un periodo immediatamente successivo, in cui si cominciavano a conoscere le musiche di Karlheinz Stockhausen, Luigi Nono, Bruno Maderna, Pierre Boulez, anche grazie a Luciano si sono aperti nuovi orizzonti e conoscenze delle ricerca in campo musicale, sempre illuminati dal suo straordinario spessore culturale.
Claudio Abbado