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Continuo (nota dell'autore)

Continuo
per orchestra (1989-1991)

Continuo è un Adagio, «lontano e descrittivo». È piuttosto leggero e aereo, ed è costruito su una griglia di moduli ricorrenti. Uno spazio sonoro continuo - una superficie omogenea - viene sviluppato e viene sporadicamente interrotto da «finestre» grandi e piccole che si aprono su paesaggi sempre diversi.
Lavorando a Continuo non era nelle mie intenzioni creare una metafora architettonica, né rendere musicalmente omaggio all’architettura di Chicago (L. Sullivan, F. L. Wright e Mies van der Rohe) o a quella, a me molto vicina, di Renzo Piano. Ma così è successo. I processi musicali generatori di Continuo sono architetturali; ma il disegno generale - «la forma», come si usa dire - non lo è. I criteri modulari impliciti nel lavoro fanno di Continuo un edificio non permanente e, metaforicamente, non abitabile: un edificio musicale che trae, suppongo, i suoi caratteri espressivi dalla contraddizione di essere virtualmente aperto a una continua aggiunta di nuove ali, stanze e finestre…

Luciano Berio

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