Gabriele Cassone
La mia esperienza col Maestro (gli davo del lei e lo chiamavo sempre così) è stata come un sogno stupendo sin dal momento che seppi che potevo avere una audizione con lui.
C’erano momenti di preoccupazione enorme prima di eseguire in sua presenza i suoi brani, ma sempre poi tutto avveniva in un clima di amicizia, umanità e semplicità. Sapeva essere con noi strumentisti semplice, alla mano e cordiale, nonché simpatico, magari fumando un sigaro insieme dopo i concerti.
Sapere che era contento delle mie esecuzioni mi riempiva di enorme felicità, che credevo non potesse essere superata. Invece avvenne quando ritornammo assieme da Salisburgo dopo un suo seminario e concerti che mi vedevano coinvolto.
Accettò un mio passaggio in macchina e ci fermammo nella mia regione di origine, il Friuli Venezia Giulia, dove assaggiammo assieme il prosciutto di San Daniele proprio in quella città, e andammo poi ad acquistare il vino Picolit che lui amava tanto perché «di Beethoven». Lo portai a salutare la mia famiglia a Udine. Ero al settimo cielo.
Allego la lettera che mi scrisse per annunciarmi che mi aveva scelto come esecutore della première di Kol od. Anche li ero così contento che rilessi più volte la lettera incredulo.
Gabriele Cassone
[Lettera autografa di L. Berio, 19 maggio 1994; archivio privato di G. Cassone, per gentile concessione]